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Un manuale da segnalare: la sedicesima edizione del “Diritto della previdenza sociale” di Maurizio Cinelli.
«Non nascono oggi le grandi sfide alle quali il sistema previdenziale si trova esposto; sfide formidabili – bisogna darne atto –, legate a mutamenti profondi che, ormai da qualche tempo, interessano tanto l’economia, quanto i rapporti sociali, l’organizzazione del lavoro, le tecnologie, la demografia, il clima. Inevitabile, dunque, che il fenomeno, nel suo progredire, finisse per mettere in crisi, come è avvenuto, anche quei modelli di protezione e tecniche di intervento, che, eppure, hanno segnato la storia della previdenza sociale.
Nel biennio appena decorso si sono aggiunti, a complicare ulteriormente il quadro, i drammatici sommovimenti indotti dalla pandemia da coronavirus (…) Ebbene, a fronte della pandemia, che ha reso ancora più labili i confini tra previdenza e assistenza (così come le ragioni stesse di quei confini) – e resa manifesta l’esigenza e l’urgenza di un profondo rinnovamento già a partire dal modo di concepire gli interessi di protezione sociale nel loro insieme –, le iniziative concretamente assunte dagli organi di governo della cosa pubblica non appaiono ancora affrancate da concetti e modelli in gran parte usurati (…)
Volendo far ricorso ad una metafora che dia il senso della complessiva situazione, si potrebbe dire, in sintesi, che la previdenza sociale, non potendo più seguire il percorso noto, è venuta a trovarsi di fronte a un bivio; e ferma a quel bivio tuttora staziona, non sapendo risolversi sulla scelta del percorso cui affidare il proprio destino».
È con queste testuali parole, tratte dalla “Prefazione”, che Maurizio Cinelli introduce la sedicesima edizione del suo ben noto, apprezzato manuale, «Diritto della previdenza sociale».
Dalla prima, che risale al 1996 (sempre per i tipi del- la Casa editrice Giappichelli), le edizioni si sono sus- seguite a cadenza pressoché biennale.
Un periodo, il biennio, che – in una materia così dinamica e sensibile alle variazioni economiche, sociali e demografiche che interessano la società nazionale nel suo insieme – può considerarsi l’arco di tempo ideale per poter cogliere e registrare non solo gli immancabili interventi innovati- vi della disciplina della specifica materia, propri del periodo, ma anche sufficiente perché un osservatore, attento ed esperto come l’Autore, riesca a cogliere, spesso in anticipo sui tempi, i segni e le tendenze in corso di maturazione o di aperture verso orizzonti nuovi.
È proprio di tale aspetto – che attiene ai profili evolutivi (e, dunque, per così dire, alla storia del diritto della previdenza sociale) – che sono specchio le “prefazioni” alle varie edizioni che l’Autore ha mantenuto e raccolto, l’una dopo l’altra, in una sorta di sedimentazione di quanto, tempo per tempo, il legislatore ha, a più riprese, innovato nel settore della previdenza sociale.
Ne è risultato, di fatto, quasi un testo a sé stante, che, in apertura di volume, nel segnalare biennio per biennio le novità più salienti, “legge” in controluce le variazioni, anche di carattere assiologico che sono intervenute (e stanno intervenendo) in un sistema di protezione sociale di fatto mai uguale a se stesso, perché in costante ricerca di un soddisfacente punto di equilibrio e di consonanza con i fermenti, le inquietudini, i bisogni della società moderna.
L’opera, particolarmente elaborata e corposa (almeno rispetto agli standard correnti: quest’ultima edizione sfiora ormai le ottocento pagine), mantiene comunque la sua impostazione tradizionale, caratterizzata da una suddivisione in capitoli reciprocamente integrati secondo uno schema rigorosamente sistematico.
Una struttura che, tuttavia, consente di identificare al suo interno alcune ideali, ben precise partizioni: la parte dedicata ai principi (fondamenti, oggetto, alimentazione finanziaria e statuto giuridico dei diritti sociali: capitoli I, V, VI, VII), considerati anche in una prospettiva diacronica (e, quindi, attenta alle origini, all’evoluzione e alle prospettive della specifica materia: capitolo II); la parte dedicata a quella che potremmo chiamare la morfologia del sistema (soggetti, strutture, forme di inter- vento, di base e complementari: capitoli III, IV e XV); la parte, infine, dedicata alle singole forme di tutela (capitoli VIII-XIV) e cioè a disoccupazione, insolvenza del datore di lavoro, tutela della salute, della maternità e dell’infanzia, invalidità da rischi comuni, danni da rischio professionale, vecchiaia, morte e, in generale, tutela della famiglia.
L’ampiezza e la puntualità dell’analisi si percepiscono già scorrendo le pagine, anche scelte a caso.
Ma la lettura rende subito evidente anche che l’interesse per gli elementi di dettaglio non ha soltanto la funzione – già di per sé importantissima – di fornire a chi ne abbia interesse le informazioni più aggiornate sullo stato del sistema.
In realtà, il lettore avverte subito che il vaglio e il confronto dell’ampia e frammentata rete di disposizioni di dettaglio si inquadrano all’interno di una costante attenzione per le linee di sistema, così come a quelle di tendenza; senza che, per questo, l’Autore si sottragga dal compito di registrare le carenze e, in generale, quanto può dirsi conseguenza di quella situazione di profonda crisi che attualmente il sistema attraversa, ed è fonte di diffuso disagio sociale.
Numerose comunque sono le novità, da segnalare, che la presente edizione presenta, rispetto alla precedente. Oltre all’approfondimento (com’è naturale), delle novità del periodo – in particolare, quelle in tema di ammortizzatori sociali, a favore dei soggetti emarginati e della tutela della maternità e dell’infanzia e in generale in funzione reattiva ai guasti prodotti dalla pandemia da coronavirus –, si segnalano le pagine sulla previdenza forense, quelle sulle nuove forme di previdenza negoziale, quelle sui poteri (di annullamento, revoca, rettifica) degli enti previdenziali, quelle, infine, relative alle problematiche sociali collegate all’entrata in vigore della nuova disciplina della crisi d’impresa.
Ulteriore elemento che dà particolare valore all’opera (e, dunque, merita anch’esso di essere segnalato) è il ricco e aggiornatissimo apparato di utili riferimenti alla giurisprudenza della Suprema Corte, della Corte di giustizia europea, e soprattutto della Corte costituzionale, posto a corredo del testo.
Così come va sottolineato il particolare pregio, specie per l’operatore pratico, che ha il ricchissimo indice analitico-alfabetico che chiude il volume e ne consente, all’occorrenza, una consultazione, per così dire, in orizzontale, di estrema praticità.
Anche la “nuova” edizione 2022 del manuale di di- ritto della previdenza sociale, non può mancare dalla biblioteca del giuslavorista/previdenzialista, del magistrato, del cultore della previdenza sociale in generale, ma di tutti coloro che hanno interesse ad avvicinarsi alla materia o per conoscere qualche problema “previdenziale”, problemi che come ci insegna l’esperienza quotidiana, non mancano, stante l’evoluzione continua della materia.
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