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Un'esperienza indimenticabile

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Michele Proietti

Il 31 dicembre 2023 si è concluso il mio rapporto di lavoro dipendente con Cassa Forense, dopo oltre 43 anni di servizio ininterrotto dal 1° agosto 1980, di cui gli ultimi dieci da Direttore Generale.

E’ stata, per me, un’esperienza indimenticabile che mi ha consentito, attraverso le varie fasi della vita dell’Ente, di conoscere in profondità l’evoluzione di una professione che si è sostanzialmente modificata nel tempo senza, però, perdere le sue fondamentali caratteristiche di indipendenza, autonomia e presidio di legalità.

Come posso ben testimoniare, anche Cassa Forense ha cercato di evolversi per restare al passo con le nuove esigenze dell’Avvocatura.

Dal vecchio Ente pubblico parastatale, si è passati, con il D.lgs. 509/94, all’attuale Fondazione di Diritto Privato, con autonomia gestionale, amministrativa e contabile, sia pure sotto il controllo dei Ministeri Vigilanti.

La normativa previdenziale si è, via via, modificata per coniugare sostenibilità di lungo periodo e solidarietà. Si è impiantato un nuovo sistema di Welfare attivo a sup- porto della professione, della famiglia e della salute degli iscritti.

Ma, soprattutto, è stato creato un modello di governance, democratico ed efficiente, che assicura periodici ricambi in tutti gli Organi dell’Ente e l’esercizio di una democrazia diretta da parte degli iscritti mediante l’elezione, ogni cinque anni, del Comitato dei Delegati, massimo organo assembleare nella vita dell’Ente.

Lo sviluppo dell’Ente ha riguardato necessariamente anche gli aspetti patrimoniali, con bilanci sempre più dettagliati e complessi e un’attività di investimento che ha richiesto la costituzione prima e l’ampliamento poi, di strutture interne altamente professionali, nonché di regole procedurali adeguate e trasparenti, per supportare il Consiglio di Amministrazione nelle attività di investimento e di back office che la crescita del patrimonio imponeva.

Mi piace pensare che, prima da semplice dipendente, poi da Dirigente, Vice Direttore e, infine, Direttore Generale, io possa aver dato il mio modesto contributo alla crescita strutturale e organizzativa di Cassa Forense.

Chi mi ha conosciuto sa quanto mi sia impegnato in tal senso. Penso di aver fatto tutto quello che dove- vo e sono certo di aver fatto tutto quello che potevo, nell’ambito delle competenze che lo Statuto dell’Ente assegna al Direttore Generale.

Certo, non tutto è stato portato a termine: la riforma previdenziale, ad esempio, che dovrà assicurare all’Ente una sostenibilità trentennale, così come voluto dalla legge, è ancora incagliata in un iter di approvazione che si preannuncia lungo e laborioso.

Una riforma che, pur frutto di alcuni compromessi è, a mio giudizio, una buona riforma, che cerca di contemperare gli interessi delle varie coorti di iscritti attraverso il passaggio ad un sistema contributivo “per anzianità”, sulla falsariga della riforma “Dini”.

Sulla necessità di questa riforma, imposta, soprattutto, dall’andamento demografico dell’Avvocatura nel lungo periodo, ho già avuto modo di scrivere sulle pagine di questa rivista (cfr. “I perché di una riforma”, n. 2/2022).

Voglio approfittare di questa occasione anche per ringraziare coloro che, in questi lunghi 43 anni, sono stati i miei “compagni di viaggio”: dai 16 Presidenti, ai 18 Consigli di Amministrazione, ai 10 Comitati dei Delegati e ai 10 Collegi Sindacali.

Da tutti quelli che si sono succeduti nel tempo, nei vari ruoli di governance o di controllo di Cassa Forense, ho imparato qualcosa e, nello stesso tempo, ho cercato di essere, per loro, un punto di riferimento e un leale collaboratore.

Ma il ringraziamento più grande va ai Dirigenti di Cassa Forense che mi hanno supportato (e sopportato!), soprattutto in questi ultimi dieci anni, condividendo con me importanti responsabilità e alleviando così l’onere di dirigere una macchina organizzativa tanto complessa.

Trovo doveroso, però, estendere il ringraziamento a tutto il personale dell’Ente che, a diverso titolo, ha condiviso l’onere, anche nei giorni più bui della pandemia, di garantire l’erogazione delle prestazioni previdenziali e assistenziali agli Avvocati italiani, assicurando il regolare funzionamento dell’Ente.

Sono fermamente convinto che lo spirito dei dipendenti di Cassa Forense non sia (e non debba essere) quello di limitarsi a guadagnare da vivere con il proprio lavoro ma anche quello, più nobile, di contribuire attivamente alla importante “mission” istituzionale dell’Ente: è questo il messaggio che lascio, soprattutto alle nuove generazioni, che dovranno farsi carico di fornire il massimo supporto per il raggiungimento degli obiettivi di produttività ed efficienza che gli Organi dell’Ente e gli iscritti tutti si aspettano da loro.

Come all’interno di Cassa Forense sanno bene, io non ho nessuna pretesa di essere considerato “indispensabile”; nessuno lo è all’interno di una organizzazione così articolata e complessa. La mia ambizione, però, sarebbe quella di essere considerato “indimenticabile”, come indimenticabile, per me, è stata l’esperienza in Cassa Forense, sempre con la maglietta dell’Ente incollata sulla pelle (assieme a quella della mia squadra del cuore!).

Auguro al mio validissimo successore una lunga e brillante carriera in Cassa Forense, densa di soddisfazioni professionali e personali, anche maggiori di quelle che ho avuto io.

Un saluto affettuoso anche ai miei colleghi Direttori degli altri Enti di Previdenza aderenti all’Adepp, che mi hanno gratificato della loro amicizia e con i quali il confronto e lo scambio di opinioni è sempre stato continuo e proficuo.

L’ultimo saluto lo rivolgo a tutti gli iscritti, molti dei quali mi hanno conosciuto, direttamente o indirettamente (attraverso articoli, filmati, convegni sul territorio, ecc.), esortandoli ad approfondire la materia previdenziale per conoscere meglio tutte le opportunità che la Cassa offre loro, sotto il profilo previdenziale e assistenziale, evitando, così, errori od omissioni che possano arrecare danni alla loro posizione al momento del pensionamento o della presentazione di una domanda di assistenza.

Personalmente credo così tanto nelle potenzialità dell’offerta di Cassa Forense, anche sotto il profi lo costi/benefi ci, che ho deciso, nella mia seconda vita, di iscrivermi all’Albo degli Avvocati di Roma per esercitare la professione Forense, nei limiti di quelle che sono le mie conoscenze e le mie competenze.

Buon 2024 a tutti e …… ad maiora!


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