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Processi “evolutivi” delle libere professioni ed il ruolo delle casse di previdenza categoriali

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Daniela Carbone

Per le professioni liberali sono in corso mutamenti rilevanti.

Il “mercato professionale” è in continuo cambiamento conseguente all’innovazione tecnologica ma anche all’evoluzione della domanda delle prestazioni professionali, in termini di composizione, di contenuti e modalità dei servizi richiesti.

Il “mestiere” dei professionisti non sarà più come prima e le categorie non potranno sottrarsi al gravoso onere di adeguarsi alle grandi trasformazioni in riferimento 1 .

Il mondo dei professionisti di domani somiglierà molto poco a quello del passato: per la professione legale, ad esempio, il modello di consulenza attualmente dominante, quello del faccia a faccia, con l’avvocato che incontra i clienti nel suo ufficio sfarzoso erogando consulenza su misura, è destinato ad attenuarsi attraverso una varietà di servizi online.

Tribunali online, intelligenze artificiali, giudici robot non costituiscono più realtà virtuali; l’ampia gamma di tecnologie non potrà che sconvolgere anche la tradizionale pratica di lavoro dell’avvocato. Ai menzionati “mutamenti” si aggiungono fenomeni socio-demografici che tendenzialmente incideranno sull’equilibrio finanziario del sistema previdenziale dei liberi professionisti: si intende fare riferimento al processo di invecchiamento della popolazione (e quindi, anche dei liberi professionisti), all’ingresso massiccio delle donne nelle professioni liberali, alla circolarità nelle occupazioni. Trattasi di eventi di cui è obbligatorio tenere conto, al fine di individuare strumenti idonei a garantire, per le future generazioni, gli equilibri gestionali dell’ente e le conseguenti prestazioni previdenziali.

I professionisti dovranno necessariamente adeguarsi a questo mutato “quadro” cercando di salvaguardare i va- lori fondanti della professione, quali la libertà individua- le e la tutela dei diritti fondamentali. Le categorie professionali devono accordare una particolare attenzione alla formazione ed all’aggiornamento professionale, nonché alle relazioni con il contesto sociale ed economico.

E ciò in quanto la nuova domanda di qualità esige elevati standard di efficienza, diversificazione dei servizi e una impostazione di tipo multidisciplinare. La domanda di prestazioni professionali è ormai sempre più orientata verso servizi complessi, efficienti e di qualità elevata, con necessario adeguamento dell’offerta.

Per rimanere competitivi i professionisti devono organizzare la propria attività professionale in maniera tale da rendere possibile la continua verifica dell’efficace utilizzo delle risorse a disposizione e degli standard delle prestazioni erogate.

I professionisti sono, quindi, tenuti ad aggiornare in modo continuativo le proprie competenze, in risposta alle sollecitazioni che provengono dalle dinamiche di crescente specializzazione, dalle nuove tecnologie informatiche, dall’approccio multidisciplinare all’attività professionale 2.

Per quanto riguarda in particolare l’avvocatura, di fronte a queste mutazioni della professione, deve individuare per le professioni nuove funzioni “resecandole dal corpo stesso della giurisdizione e dell’amministrazione”3 per adeguare la professione di avvocato alle richieste di una società che va sempre più verso l’immateriale; dal giurista o consulente legale si passerà ad una nuova figura di avvocato in grado di utilizzare l’intelligenza artificiale: non cambierà l’essenza della professione ma cambierà il modo in cui verrà svolta 4 .

È opportuno esplorare maniere alternative per offrire consulenze legali anche tramite servizi online, perché ormai non sono più una eccezione le udienze virtuali, i tribunali online, la digitalizzazione della giustizia, le soluzioni alternative delle controversie anch’esse online. L’avvocato oggi si specializza in settori sempre più di- versi rispetto a quelli tradizionali 5 .

Il cambiamento digitale accelerato dopo la fase dell’emergenza sanitaria da diffusione epidemiologica di Covid-19, spinge sempre più l’avvocato a stare al passo con i tempi mediante l’acquisizione di competenze trasversali.

L’avvocato con l’avvento della digitalizzazione deve offrire una risposta alle diverse tipologie di clientela ed alle questioni sottoposte all’attenzione dell’avvocato digitale. Per l’avvocatura è necessario rafforzare il concetto di collaborazione, adeguare l’organizzazione degli studi, indi- pendentemente dal luogo in cui si lavora e dagli spazi che si occupano, rafforzare l’innovazione tecnologica sia nell’ambito dell’attività interna che nel rapporto con la clientela e con l’apparato amministrativo.

Non si può ignorare che la tecnologia è destinata a diventare sempre più centrale nella vita degli studi legali: per l’avvocato oggi sono indispensabili oltre alla competenza, l’esperienza e le relazioni, un pc e una connessione internet.

Lo sviluppo tecnologico, per quanto possa raggiungere vertici non trascurabili, e le attività professionali siano gestite da software che circoscrivono sensibilmente il contributo della risorsa umana, tuttavia la componente umana rappresenta ancora oggi l’aspetto preminente nell’esercizio dell’attività professionale.

L’attuale fase di “trasformazione” delle professioni può essere agevolata ed “assistita” da un efficiente e moderno sistema previdenziale. Infatti, alla riferita “mutazione” delle libere professioni, è necessario affiancare una previdenza, doverosamente aggiornata e strutturata: una previdenza come strumento per tutelare i nuovi bisogni conseguenti alla trasformazione della professione, oltre che accompagnare e favorire i processi di trasformazione 6 .

È opportuno che la cassa previdenziale categoriale garantisca ai professionisti iscritti effettive forme di tutela e sostegno per l’attività professionale nonché l’assistenza nelle situazioni di disagio e bisogno, personali e familiari (le casse previdenziali categoriali, nel periodo della pandemia da Covid 19, oltre a garantire il pagamento delle pensioni e ad erogare assistenza, hanno fatto fronte alla crisi che da anni colpisce i professionisti); in sostanza è necessaria una previdenza che tenga conto delle nuove realtà della società ed assicuri prestazioni adeguate (art.38 Cost.), che individui (e soddisfi) situazioni meritevoli di particolare tutela, in presenza di eventi costituzionalmente rilevanti.

Le casse previdenziali categoriali dei liberi professionisti, devono interpretare e guidare la fase di trasformazione della professione, garantendo non solo l’assistenza nelle situazioni di bisogno (personali e familiari), ma assicurando anche una assistenza sulla capacità lavorativa del professionista, con un sostegno economico per fare superare al professionista il momento critico.

È necessaria una assistenza strategica tesa al miglioramento del professionista, che deve “aiutarlo” nella formazione e nella acquisizione di competenze specialistiche, soprattutto nella fase di trasformazione della professione, sempre però con la garanzia di diritti ad una protezione sociale di lungo periodo.

È sempre più necessaria una tutela previdenziale capace di adattarsi e conformarsi con duttilità alle trasformazioni economiche, legislative e finanziarie che riguardano ciascuna singola categoria professionale.

Non si può ignorare che gli enti di previdenza categoriali assumono un ruolo di agenti di coesione, sostegno e sviluppo delle libere professioni, per il forte legame che esiste tra realtà professionale e tutela previdenziale.

Ciò è possibile, peraltro, soltanto con un sistema previdenziale dotato di meccanismi di flessibilità che lo rendono facilmente e tempestivamente adattabile ai possibili mutamenti degli scenari demografici ed economico-finanziari nel medio e lungo termine 7 .

La nuova previdenza categoriale così come innanzi strutturata sarebbe certamente uno strumento idoneo a porre anche un freno all’impoverimento delle libere professioni, atteso che la previdenza categoriale intervenendo nella fase di trasformazione della professione, potrebbe garantire non solo l’assistenza nelle situazioni di bisogno (personali e familiari), ma anche assicurare una assistenza sulla capacità lavorativa del professionista, con un sostegno economico per fare superare al professionista il momento critico.


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