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Il bilancio di esercizio di Cassa Forense per quanto abbia registrato un risultato di esercizio di indubbio rilievo ha posto in evidenza la dicotomia che esiste tra il “presente” ed il “futuro” della vita dell’Ente.
Esaminando i dati contabili del 2023 è di tutta evidenza la solidità e la continuità prospettica, un avanzo di esercizio di più di un miliardo e quattrocento mln e un patrimonio netto che ha superato i 17 mld e 600 mln sono la migliore espressione di sintesi dell’andamento gestionale annuale molto positivo.
Di fronte a questi volumi non si può non apprezzare l’Amministrazione dell’Ente visto che il patrimonio contabile nel giro di 10 anni ha avuto un incremento superiore al 100% in funzione anche della gestione prudenziale del patrimonio finanziario e dell’attenzione massima prestata al contenimento delle spese di gestione. In tal ultimo senso due parametri sono indicativi:
• i dipendenti sono passati da 283 unità nel 2014 (compreso Direttore e Dirigenti) a 266 unità (compreso Direttore Generale - Vice Direttore Generale e Dirigenti) nel 2023, con un costo complessivo di 19,2 mln nel 2014 e 23,1 mln nel 2024, delta principalmente influenzato dai rinnovi del CCNL degli ultimi 10 anni;
• in costanza di numero, il costo degli Organi Collegiali (Consiglio di Amministrazione - Comitato dei Delegati e Collegio Sindacale) è passato da 3,1 mln del 2014 a 3,9 mln nel 2023 benché il numero di convocazioni delle Commissioni di Studio del Comitato dei Delegati sia passato da 15 riunioni del 2014 a 18.
L’articolata gestione della Cassa trova conferma anche dalla lettura del “Rendiconto Finanziario” che pone in risalto l’impegno gestionale e di monitoraggio di “volumi significativi” di liquidità sia in entrata (es. “contributi” superiori ai 2 mld di euro), che in uscita (es. “investimenti” superiori all’ 1,7 mld di euro).
La solidità del cash flow è attestata anche dal saldo delle disponibilità a chiusura di esercizio (nonostante gli impieghi in time deposit) che evidenziano una giacenza pari a 499 mln di euro. Il presente della Cassa si conferma positivo e in linea di continuità con l’anno precedente, per quanto quest’ul- timo sia stato penalizzato nei risultati da un andamento negativo dei mercati finanziari che hanno impattato sull’avanzo.
Infatti, per dare una corretta intelligibilità al risultato di esercizio 2023, è opportuno analizzare a confronto i principali eventi che hanno caratterizzato il saldo di conto economico nei due anni e che danno contezza dell’affermazione di cui sopra:
• l’avanzo di 1 miliardo di euro del 2022 è stato influenzato: o negativamente da 445 mln di euro di “svalutazioni titoli”, non registrate per minusvalenze conseguenti alla vendita ma in applicazione prudenziale sia del principio contabile di adeguamento al minor valore rispetto alla media di dicembre che in ossequio alla svalutazione di immobilizzazioni finanziarie in sofferenza;
o positivamente dallo smobilizzo del “Fondo di emergenza sanitaria COVID” per 148 mln di euro.
• l’avanzo di 1,4 mld del 2023 è stato influenzato: o negativamente dall’accantonamento prudenziale al “Fondo rischi ed oneri” per circa 150 mln di euro per probabile contenzioso in materia istituzionale; o positivamente per 151 mln di euro per il ripristino, dopo la sospensione 2018-2022, del contributo minimo integrativo.
Continuando l’analisi del dato consuntivo a confronto con lo scorso esercizio è possibile verificare dall’analisi del conto economico che:
• Il valore della produzione (corrispondente essenzialmente all’accertamento dei contributi a cui si aggiungono sanzioni e discarichi) si è incrementato di 29 mln passando da 2,278 mld a 2,308 mld.
Nel dettaglio i “Ricavi e proventi contributivi” sono passati da 2,124 mld a 2,292 mld con un incremento di 167 il 100% per i contributi derivanti dai minimi (circa 151 mln di euro) essendo stati ripristinati dopo l’abolizione temporanea degli anni 2018 – 2022.
• I contributi per “maternità” sono rimasti sostanzialmente in linea attestandosi a 26 mln
• I contributi derivanti da “Enti previdenziali per ricongiunzione” si sono decrementati di circa 3,7 mln passando da 16,8 mln a 13.1 mln
• Gli “altri contributi” derivanti principalmente da riscatto e ricongiunzione si sono incrementati di circa 11 mln di euro passando da 58 mln a 69 mln;
• Le sanzioni amministrative hanno registrato un de- cremento di 81 mln di euro rispetto all’anno precedente passando da circa 135 mln a 54 mln di euro (per effetto del minor carico di ruolo emesso)
• I discarichi che rettificano il valore della produzione sono rimasti sostanzialmente in linea con lo scorso esercizio attestandosi a circa 7,3 mln di euro. Si ricorda che sul “Valore della produzione” incidono anche gli “Altri ricavi e proventi” di natura non contributiva, passati da 154 mln a 16 mln per effetto dell’evento straordinario verificatosi lo scorso esercizio di rilevazione di insussistenza del passivo conseguente allo smobilizzo del “Fondo straordinario per emergenza sanitaria” essendo finito il periodo emergenziale pandemico.
• Il costo della produzione è passato da 1,174 mld a 1,444 mld con un incremento di 270 mln corrispondente al 23%.
Perseguendo nel modello di confronto del dato corrente con quello dello scorso esercizio è possibile verificare che i “costi per materie prime, sussidiarie consumo e merci” sono praticamente stabili e poco impattanti in termini di valore assoluto essendo circoscritti intorno ai 100 mila euro.
Nei “costi per servizi” la voce preponderante è costituita dalle “Prestazioni istituzionali” ed in particolare al suo interno da tre voci:
1. “pensioni agli iscritti”: il costo complessivo si è incrementato di 100 mln di euro superando il miliardo di euro (da 0,931 mld a 1,031 mld) per effetto principalmente dell’incremento della percentuale di rivalutazione passata dall’1,9% all’8,1% con decorrenza giugno 2023; mln complessivi:
• I contributi “soggettivi” nel loro complesso si sono incrementati di 59 mln con una crescita del 3.7% dei contributi soggettivi derivanti da autotassazione e del 5.4% per i contributi soggettivi derivanti dai minimi
• I contributi “integrativi” nel loro complesso si sono incrementati di 182 mln con una crescita del 5.2% per i contributi derivanti dall’autotassazione e oltre il 100% per i contributi derivanti dai minimi (circa 151 mln di euro) essendo stati ripristinati dopo l’abolizione temporanea degli anni 2018 – 2022.
• I contributi per “maternità” sono rimasti sostanzialmente in linea attestandosi a 26 mln
• I contributi derivanti da “Enti previdenziali per ricongiunzione” si sono decrementati di circa 3,7 mln passando da 16,8 mln a 13.1 mln
• Gli “altri contributi” derivanti principalmente da riscatto e ricongiunzione si sono incrementati di circa 11 mln di euro passando da 58 mln a 69 mln;
• Le sanzioni amministrative hanno registrato un decremento di 81 mln di euro rispetto all’anno precedente passando da circa 135 mln a 54 mln di euro (per effetto del minor carico di ruolo emesso)
• I discarichi che rettificano il valore della produzione sono rimasti sostanzialmente in linea con lo scorso esercizio attestandosi a circa 7,3 mln di euro.
Si ricorda che sul “Valore della produzione” incidono anche gli “Altri ricavi e proventi” di natura non contributiva, passati da 154 mln a 16 mln per effetto dell’evento straordinario verificatosi lo scorso esercizio di rilevazione di insussistenza del passivo conseguente allo smobilizzo del “Fondo straordinario per emergenza sanitaria” essendo finito il periodo emergenziale pandemico.
• Il costo della produzione è passato da 1,174 mld a 1,444 mld con un incremento di 270 mln corrispondente al 23%.
Perseguendo nel modello di confronto del dato corrente con quello dello scorso esercizio è possibile verificare che i “costi per materie prime, sussidiarie consumo e merci” sono praticamente stabili e poco impattanti in termini di valore assoluto essendo circoscritti intorno ai 100 mila euro.
Nei “costi per servizi” la voce preponderante è costituita dalle “Prestazioni istituzionali” ed in partico- lare al suo interno da tre voci:
1. “pensioni agli iscritti”: il costo complessivo si è incrementato di 100 mln di euro superando il miliardo di euro (da 0,931 mld a 1,031 mld) per effetto principalmente dell’incremento della percentuale di rivalutazione passata dall’1,9% all’8,1% con decorrenza giugno 2023;
2. “altre prestazioni previdenziali e assistenziali”: il costo complessivo si è decrementato di 1,1 mln di euro passando da 68,6 mln di euro a 67,4 mln di euro per effetto del relativo meccanismo di calcolo cosi come disciplinato dall’art.22 del Regolamento dell’Assistenza in vigore al 31.12.2023.
Il conteggio è esposto nel bilancio di previsione 2023 e prevede la base dati dei contributi integrativi riferiti all’ultimo bilancio approvato ovvero il 12.5 % dei contributi integrativi risultanti dal bilancio consuntivo 2021 (nello specifico -539.678.082*12.5%-);
3. “indennità di maternità”: il costo complessivo delle indennità erogate si è incrementato di 2,4 mln di euro passando da 22,8 mln a 25,2 mln; rispetto ai contributi incassati di 26, 5 mln le uscite sono state inferiori di 1,3 mln;
• I “costi della sede” sono passati da 35,6 mln a 35,1 mln con un decremento del 1,59%. Meritano un commento di approfondimento le principali quattro voci:
1. il costo degli “Organi Collegiali” registra un incremento rispetto all’esercizio precedente del 6% passando da 3,7 mln di euro a 3,9 mln di euro. La variazione è ascrivibile alla ripresa delle attività istituzionali in sede, come verificabile dal dato del periodo pre-covid pari a 3,6 mln di euro (bilancio 2019), il delta di valore rispetto al 2019 è ascrivibile alla crescita del livello di inflazione media passata dall’0,6% del 2019 al 5,7% del 2023 che ha creato un impattato negativo sul costo dei rimborsi spese per vitto alloggio e trasporto;
2. il costo del “Personale” nel confronto con l’esercizio precedente rileva un decremento del 4,9% passando da 24,3 mln di euro a 23.1 mln di euro. La flessione riflette sia la diminuzione del personale in carica passato da 272 a 266 unità complessive (+4 assunzioni -10 cessazioni) che la conclusione del progetto di ricambio generazionale avviato a novembre 2021 e concluso nel 2022 con l’aggravio di oneri per circa 1,5 mln di euro;
3. il costo delle “Consulenze amministrative e tecniche” registra un incremento del 31% rispetto all’ esercizio precedente passando da 1,7 mln di euro a 2,2 mln di euro, l’incremento è ascrivibile principalmente alle giornate uomo presenti nei contratti di adesione CONSIP per l’Information Tecnology che non consentono, sulla base delle informazioni disponibili, una capitalizzazione sul progetto;
4. il costo delle “Prestazioni di terzi” si riducono del 6,8% rispetto all’esercizio precedente pas- sando da 1,6 mln di euro a 1,5 mln di euro, decremento ascrivibile alla diminuzione della spe- sa per il call center voce che da sola costituisce l’83% del saldo totale.
• La differenza tra “Valore della produzione” e “Costo della produzione” nonostante l’avanzo di esercizio del 2023 sia più alto rispetto al 2022 registra un decremento di 241 mln di euro passando da 1,104 mld a 0,863 mln. Sul delta negativo incidono principalmente:
• il costo delle prestazioni istituzionali (+102 mln) di cui si è detto prima;
• l’incremento degli accantonamenti (+154 mln) ascrivibile principalmente all’appostamento prudenziale del Fondo rischi ed oneri effettuato per gestire il rischio di eventuale contenzioso istituzionale;
• l’aumento di 14 mln di euro delle spese per oneri e tasse principalmente attribuibile alla tassazione dei proventi derivanti dalla gestione della liquidità che ha prodotto circa 40 mln di interessi contro i 7 mln del 2022. Se nel biennio in analisi si epurano i due principali fatti straordinari intervenuti ovvero:
• nel 2022 l’annullamento del fondo accantonato per il COVID di 148 mln di euro che ha generato un effetto positivo (dal valore assoluto di sintesi 2022 pari a 1,104 mln si detrae l’impatto positivo di 148 mln si arriva ad un valore assoluto di 956 mln);
• nel 2023 l’incremento degli accantonamenti di 154 mln che ha generato un effetto negativo (al valore assoluto di sintesi 2023 pari a 863 mln si sommano i 154 mln detratti si arriva ad un valore assoluto di 1.017 mln); il delta negativo di 241 mln diventa positivo per 61 mln di euro confermando che ad una lettura più attenta del dato di bilancio la gestione ordinaria 2023 è in crescita ma sostanzialmente in linea con l’anno precedente.
• Il dato dei “proventi ed oneri finanziari” registra un incremento di 163 mln rispetto allo scorso esercizio principalmente influenzato nella sua composizione da 15 mln di dividendi e proventi su partecipazioni e 148 mln di altri proventi finanziari di cui 42 mln ascrivibili a plusvalore derivante dallo smobilizzo anticipato di 215 mln di nominale BTP 15.09.2023 IL (plus 86.3 mln) e 43 mln attribuibili agli interessi derivanti dalla gestione della liquidità in conseguenza del trend in rialzo dei tassi BCE (dal 3% dell’8/02/2023 al 4,50% del 20/09/2023).
A tal proposito è opportuno precisare che il rendi- mento finanziario è stato pari al + 9,2% (contro il -8,0% del 2022) mentre quello contabile si è attestato a +3.2% (contro il +2,7% del 2022).
Purtroppo la metrica di misurazione dei due modelli non è comparabile perché il primo rendimento prende a riferimento il valore finanziario dell’intero portafoglio incluse le plusvalenze finanziarie non realizzate pari a 1,6 mld (contro 1,07 mld del 2022) mentre quello contabile si allinea alle stringenti logiche di bilancio rilevando effettivamente i proventi realizzati escludendo le plusvalenze implicite ma registrando eventuali minusvalenze di portafoglio anche se non realizzate.
Si segnala peraltro che la rilevazione dei proventi contabili risente negativamente della pre- senza in Asset Allocation di 4,5 mld di fondi ad accumulazione che per loro natura non distribuiscono ritorni annuali reinvestendo sulla quota stessa.
• Le “rettifiche di valore di attività e passività finanziarie” rispetto all’esercizio precedente hanno registrato un delta di 483 mln (composto da +116 mln di rivaluta- zioni e meno 367 mln di svalutazioni evidenziando:
• nel 2022 riprese di valore per 15 mln a fronte di svalutazioni per 474 mln di euro
• nel 2023 riprese di valore per 132 mln di euro e svalutazioni per 107 mln di euro.
• Il “risultato prima delle imposte” ha registrato un delta positivo di 406 mln rispetto al 2022 attestato a 401 mln dopo il calcolo delle imposte dirette; il saldo del conto economico si chiude con un avanzo di 1.406.688.476 mln di euro rispetto a 1.005.591.999 mld di euro dello scorso esercizio.
Da un punto di vista patrimoniale le voci più significative delle “Attività” sono rappresentate:
- dal valore complessivo dei crediti verso gli iscritti - dalla composizione del portafoglio mobiliare della Cassa.
• I crediti verso iscritti per contributi dovuti complessivamente si attestano intorno ai 2,9 mld (contro i 2,6 mld del 2022), l’incremento è influenzato principalmente dall’emissione del ruolo 2023 (circa 83 mld di euro) e dal ripristino del contributo minimo integrativo in riscossione con scadenza differita al 31.12.2023 (circa 151 mln di euro).
Scendendo nel dettaglio i crediti principali per contributi si differenziano a loro volta per iscrizione nella sezione delle immobilizzazioni e del circolante:
I crediti immobilizzati pari a 1,19 mdl (rispetto all’1,21 mld del 2022) sono costituiti essenzialmente dai “crediti in recupero tramite le concessionarie” che a loro volta si dettagliano in:
• Ante riforma del “principio riscosso per non riscosso” relativi al periodo 1986/1999, interamente in contenzioso, ammontanti a circa 14,5 mln di euro.
• Post riforma relativi al periodo 2000/2023 ammontanti a 1,18 mld di cui 83 mln di euro attinenti il ruolo 2023 appena emesso. In ogni caso va segnalato che, prudentemente, tutti i crediti iscritti in bilancio e, in particolare, i “crediti verso le concessionarie immobilizzati” sono stati analizzati i al fine di appostare in bilancio un fondo svalutazione crediti “congruo” (454 mln) rispetto alla stima della presumibile esigibilità effettuata considerando sia l’anzianità del credito che la temporalità degli incassi.
Per cercare di approfondire le tematiche relative allo stato della riscossione e dei relativi flussi informativi si è avviata anche la richiesta di un tavolo tecnico con l’Agenzia delle Entrate – Riscossione.
I crediti del circolante sono costituiti principalmente dai Crediti verso iscritti derivanti dall’Autotassazione e dai contributi minimi:
• I crediti per autotassazione sono passati da 898 mln del 2022 a 990 mln con un punto di attenzione sul fatto che l’importo è influenzato da 500 mln circa derivanti da autotassazione in riscossione
• I crediti verso iscritti per minimi sono passati da 547 mln a 734 mln, anche in questo caso va considerato che sul delta di incremento pesa la competenza 2023 in riscossione peraltro influenzata dal contributo minimo integrativo il cui incasso è stato differito al 31.12.2023.
Il dettaglio analitico del portafoglio mobiliare è esposto all’interno del bilancio consuntivo con- sultabile sul sito della cassa forense: www.cassaforense.it/media/ofid2clw/bilancio-consunti-vo-2023.pdf.
In forma aggregata per macro asset class la composizione dell’Asset Allocation della Cassa è la seguente:
merita una specifica annotazione il Fondo Cicerone che precorrendo i tempi, è stato fondamentalmente adeguato a perseguire una finalità sociale pur perseguendo una politica di sviluppo imprenditoriale, in quanto il portafoglio residenziale apportato dalla Cassa è stato conferito in un comparto per una riqualificazione e sviluppo progettuale in linea con l’evoluzione del mercato residenziale internazionale di Housing sociale.
Infatti si ricorderà che nella seduta tenutasi in data 23 gennaio 2020, il CDA dell’Ente ha deliberato l’approvazione del nuovo regolamento che recepisce il passaggio da struttura mono comparto a multi comparto nelle modalità di seguito esposte:
• Fondo Cicerone - Comparto Uno, il patrimonio di questo comparto potrà essere investito direttamente ed indirettamente in misura prevalente in immobili con destinazione d’uso diversa dal residenziale localizzati in Paesi appartenenti all’Unione Europea e/o Svizzera e/o Regno Unito. Al momento il Fondo Cicerone – Comparto 1 detiene le quote del Comparto Due e del Comparto Tre;
• Fondo Cicerone - Comparto Due, il patrimonio di questo comparto potrà essere investito direttamente ed indirettamente in misura prevalente in immobili con destinazione d’uso residenziale localizzati in Italia;
• Fondo Cicerone - Comparto Tre, il patrimonio di questo comparto potrà essere investito direttamente ed indirettamente in misura prevalente in immobili con destinazione d’uso diversa dal residenziale localizzati in Italia.
Nel 2023 l’attività di gestione degli asset svolta sul portafoglio estero si è concentrata sull’efficientamento ambientale degli immobili coerentemente con l’attuazione del piano ESG previsto. L’opera di valorizzazione del portafoglio immobiliare conferito al Comparto Due prosegue secondo la nuova calendarizzazione prevista a seguito dell’epidemia, dell’invasione dell’Ucraina e del connesso “caro costruzioni”.
L’attività di progettazione è stata avviata per l’intero portafoglio e per alcuni asset sono in via di definizione specifici programmi di intervento o sono in corso le opere relative alle parti comune, mentre per altri sono stati completati i progetti come ad esempio la riqualificazione di via Ippolito Nievo 61 a Roma esempio di riqualificazione tra verde e futuro per il quartiere Trastevere.
Il portafoglio immobiliare del Comparto Tre si è arricchito di un nuovo immobile, nel mese di dicembre infatti è stato acquistato un asset nel centro storico di Roma a via Barberini.
Il Fondo non ha distribuito dividendi avendo impiegato la liquidità disponibile per gli acquisti immobiliari e la copertura delle capex.
I risultati gestionali dei tre Comparti sono stati influenzati dal generale andamento del settore real estate, il quale ha risentito direttamente e indirettamente a livello internazionale di un peggioramento delle condizioni finanziarie e dall’inasprirsi dei tassi di interesse.
In particolare le valutazioni degli immobili detenuti all’estero hanno subito un peggioramento, legato più a fattori di mercato che hanno condizionato i parametri usati dagli esperti indipendenti che ad elementi oggettivi imputabili direttamente agli immobili detenuti.
Per completare la disamina dei dati di sintesi dello stato patrimoniale e del conto economico non si può trascurare il confronto con i valori esposti nel bilancio tecnico perché è proprio da questo confronto che emerge la dicotomia che esiste tra il presente e il futuro della Cassa.
Infatti, mentre per il presente è palese che sulla base della contingenza attuale la Cassa sta operando una buona gestione, il valore del Funding ratio richiama prudenza e cautela sullo sviluppo del futuro dell’ente.
Il funding ratio infatti altro non è che l’applicazione di un modello nato per elaborare un indicatore di sintesi che esprima il rapporto tra debito pensionistico e attivo patrimoniale ed è chiaro dal risultato che al di là di quanto fatto, molto altro c’è da fare.
L’analisi dell’indicatore va contestualizzata anche con l’analisi della platea gestita attualmente dalla Cassa ovvero dal “numero di iscritti” e dal “numero dei pensionati”,
integrata dall’andamento del numero delle “nuove iscrizioni” e dal “numero delle cancellazioni”,
arricchito con la composizione di genere e le differenze di genere reddituali,
per arrivare a comprendere che, al di là dei brillanti risultati di esercizio, un ente di previdenza deve impostare la sua strategia con una vision al futuro per assicurare a tutti gli iscritti le medesime garanzie.
Attualmente il numero dei pensionati e degli iscritti evidenzia che la Cassa è ancora in fase di accumulazione e opera una gestione ottimale delle proprie risorse però il generale calo demografico che registra l’invecchiamento della popolazione italiana preoccupa.
Gli indicatori demografici per l’anno 2023, pubblicati a marzo 2024 dall’Istat, confermano la preoccupante tendenza, in corso da anni.
Secondo i dati provvisori, i nati residenti in Italia sono stati 379mila, con un tasso di natalità pari al 6,4 per mille (6,7 nel 2022). La diminuzione di nascite rispetto al 2022 è di 14 mila unità (-3,6%).
Dal 2008, ultimo anno con un aumento delle nascite, il calo è di 197mila (-34,2%). Il numero medio di figli per donna scende da 1,24 nel 2022 a 1,20 nel 2023. Molto vicino al minimo storico di 1,19 figli nel lontano 1995.
Se si registra un generalizzato calo demografico in Italia, è evidente che assume ancor più significato il numero attuale delle cancellazioni che nel 2023 ha confermato il trend rilevato anche l’anno precedente superando il numero delle nuove iscrizioni (8.756 cancellazioni contro 7.221 iscrizioni) peraltro penalizzando il genere femminile, anche nei redditi medi rilevati rispetto ai colleghi di genere maschile.
Consapevole di queste dinamiche, Cassa Forense nonostante i risultati del presente siano ottimali sta lavorando ad una riforma previdenziale che possa garantire l’equilibrio dei propri bilanci anche nel futuro, non potendosi permettere di arrivare impreparata all’evoluzione che l’Avvocatura (come tutte le libere professioni) sta registrando anche in conseguenza degli impatti del progresso tecnologico sulla professione.
Il futuro inizia oggi, e non domani.
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