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Il bilancio consuntivo 2021

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Cinzia Carissimi

Il bilancio consuntivo 2021 può essere letto come una sintesi di attività avvenute nel corso dell’anno precedente, oppure come una base di analisi per la programmazione futura dell’evoluzione dell’Ente. Sarebbe sicuramente di grande impatto mediatico partire dall’avanzo di esercizio che risulta essere il miglio- re di sempre ma la lettura dei dati analitici sottostanti al bilancio impongono ancor prima la condivisione di alcune riflessioni incentrate sul core-business dell’Ente (estrapolate dalla Relazione sulla gestione) prima di analizzare i numeri di bilancio.

La comprensione dei dati passa infatti attraverso l’anali- si dell’evoluzione degli iscritti che nel 2021 registra per la prima volta una valutazione negativa: da 245.030 contribuenti a 241.830 contribuenti con un decremento dell’1.3%. Nella composizione degli iscritti assume un aspetto di indubbio rilievo la femminilizzazione della professione arrivata al 48% del totale, penalizzata dal livello di reddito medio rilevato più basso del 53% rispetto alla componente maschile e dal volume di affari più basso del 58% rispetto ai Colleghi di sesso opposto.

Vero è che il 2021 è stato l’anno che maggiormente ha risentito della crisi economica conseguente alla pandemia da COVID-19 ma è altrettanto vero che l’evoluzione della base iscritti impone di analizzare nel lungo periodo la sostenibilità del sistema previdenziale e la disciplina del sistema assistenziale.

Partendo da quest’ultimo, è opportuno segnalare che è stato definitivamente deliberato dal Comitato dei Delegati in data 23/9/2021 il Nuovo Regolamento dell’Assistenza che entrerà in vigore una volta intervenuta l’approvazione Ministeriale ex art. 3, comma 2 del D. Lgs. n. 509/1994 e che intende raggiungere un triplice obiettivo:

• superare le criticità registrate dall’entrata in vigore dell’attuale Regolamento;

• avere uno strumento meno rigido per migliorare le risposte alle esigenze di una classe forense sempre più eterogenea;

• adeguare il testo ad alcune norme statali medio tempore intervenute (sulle unioni civili, sulla convivenza di fatto e, da ultimo, sulle calamità naturali). Assistenza ma non assistenzialismo perché l’obiettivo è aiutare “ad iuvare” nel senso di giovare all’avvocato, sostenendolo in ogni sua fase professionale e personale, favorendo il processo di rinnovamento e modernizzazione della professione. Sul fronte della sostenibilità di lungo periodo è stato avviato un importante confronto, visto che, la Commissione appositamente costituita ha sottoposto all’esame del Comitato dei Delegati una relazione finale per la scelta del modello di riforma da approfondire nel dettaglio.

Con delibera del 24 settembre 2021 il Comitato dei Delegati ha condiviso la proposta di proseguire l’approfondimento dell’ipotesi di riforma strutturale per il passaggio ad un sistema contributivo “per anzianità”, sulla falsariga della l. 335/1995.

I successivi lavori hanno consentito l’elaborazione di un testo base attualmente in discussione generale in Comitato dei Delegati. Il Comitato dei Delegati dunque, interpretando l’andamento degli iscritti negli ultimi anni, si è prontamente attivato per cominciare ad adeguare l’Ente ad affrontare il periodo di cambiamento e le sfide del futuro, pur tuttavia non ha omesso di analizzare nello specifico il fenomeno del calo degli iscritti riferito al 2021.

Il numero degli iscritti passato da 245.030 a 241.830 unità (di cui 13.928 pensionati attivi), per la prima volta dall’inizio degli anni 80, è in calo rispetto all’anno precedente, soprattutto a causa del picco raggiunto dalle cancellazioni (quasi 8.600) notevolmente superiori a quello delle nuove iscrizioni (circa 5.600). Il fenomeno di per se sembrerebbe avere natura temporanea legato allo sblocco dei concorsi anche nel comparto Giustizia, presso la PA nonché alle assunzioni a tempo determinato presso la Pubblica Amministrazione. Tuttavia esso andrà attentamente monitorato per il futuro in quanto l’andamento demografico degli iscritti all’Albo incide in un modo considerevole sulla sostenibilità di lungo periodo.

Il numero di trattamenti previdenziali erogati dalla Cassa, viceversa, è in costante aumento così come la spesa complessiva per pensioni. Per quanto riguarda i costi delle pensioni in cumulo va segnalato che il 2021 ha visto un incremento del 17.3% rispetto all’anno precedente, con una spesa passata da 8,6 a 10,1 milioni di euro.

Sul fronte contributivo da segnalare l’aumento del numero di professionisti che hanno inviato il Mod.5 al 31/12/2021 (235.697 contro i 226.238 del 2020, +4,2%). Tale fenomeno, verosimilmente, è legato alle attività di contrasto all’evasione contributiva e dichiarativa poste in opera dall’Ente e di cui si parlerà più avanti.

Nel valutare il dato, peraltro, bisogna considerare che i professionisti tenuti a versare contributi soggettivi in sede di Mod. 5/2021 sono stati circa 124.000 rispetto al totale degli iscritti. Per quasi la metà degli iscritti alla Cassa, quindi, gli obblighi contributivi, con riferimento al contributo soggettivo, si esauriscono con il versa- mento del solo contributo minimo.

Per quanto riguarda i contributi minimi 2021 (soggettivo e di maternità) va innanzitutto ricordato come il termine ultimo per il loro pagamento è stato posticipato dal 30 settembre 2021 al 31 dicembre 2021, senza conseguenze in termini di bi- lancio, salvo gli effetti sui ritardati flussi di cassa.

Appare importante sottolineare come, a fronte dell’intera platea degli iscritti, quelli tenuti a pagare il contributo minimo nella misura intera nel 2021, sono stati circa 152.000. Oltre 97.000 iscritti, infatti, hanno fruito delle numerose agevolazioni regolamentari previste (riduzioni per i primi anni di iscrizione, esoneri ex art. 27 Regolamento Unico della Previdenza Forense e per i pensionati di vecchiaia).

Va, peraltro, evidenziato che l’accertamento per contri- buti (soggettivi e di maternità) comprende anche una parte di contributi a carico dello Stato a seguito dell’istituzione, ai sensi dell’art. 1, comma 20 della legge 30 dicembre 2020, n. 178, di un Fondo presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con una dotazione finanziaria iniziale di 1.000 milioni di euro per l’anno 2021 (incrementata, con successivo articolo 3 del decreto legge 22 marzo 2021, n. 41, di 1.500 milioni di euro) destinata a finanziare l’esonero parziale dal pagamento dei contributi previdenziali dovuti anche dai liberi professionisti iscritti agli Enti gestori di forme obbligatorie di previdenza di cui ai decreti legislativi 509/1994 e 103/1996, al fine di ridurre gli effetti negativi causati dall’emergenza epidemiologica da COVID-19 sul reddito dei lavoratori autonomi e dei professionisti.

Con successivo decreto interministeriale (Lavoro e del- le Politiche Sociali e Economia e Finanze) del 17 mag- gio 2021 (pubblicato nel mese di luglio) sono stati, poi, individuati i soggetti destinatari, la misura, i criteri e le modalità di attribuzione dell’esonero.

Con provvedimento del Presidente del 3 dicembre 2021 sono state ammesse all’esonero n. 25.135 do- mande per un importo complessivo dei contributi og- getto di esonero pari ad Euro 68.481.603,23, tenuto conto che l’esonero parziale del 2021 comprende oltre al contributo minimo soggettivo dell’anno 2021, l’integrazione al contributo minimo soggettivo per il riconoscimento dell’intera annualità del 2021, il contributo di maternità dell’anno 2021 e l’eccedenza del contributo soggettivo del 2020 (modello 5/2021), nel limite massimo di Euro 3.000,00 per ogni singolo professionista. Tale credito per esonero ex DM 82/2021, rappresentato con la rendicontazione finale, è stato trasmesso ai Ministeri del Lavoro e dell’Economia, unitamente al provvedimento del Presidente e alla asseverazione del Collegio Sindacale, in data 3 dicembre 2021.

L’andamento dei contributi per modulare volontario, invece, registra un leggero incremento rispetto all’anno precedente (circa 6,7 milioni di euro a fronte dei 6,2 milioni di euro del 2020) nonostante il difficile ciclo economico.

Di conseguenza si incrementa il fondo all’uopo de- dicato che ha raggiunto un importo complessivo di circa 56 milioni di euro, comprensivo della capitalizzazione. Si ricorda, infine che il fondo di riserva di rischio, previsto dall’art. 49, comma 1, del Regolamento Unico della Previdenza, a garanzia del rendimento minimo dell’1,5% sul montante contributivo versato, ammonta, al 31/12/2021, ad euro 629.992. L’adesione al nuovo istituto ha finora riguardato quasi 21.000 avvocati (cir- ca 9.2 % degli iscritti, pensionati esclusi).

Anche nel 2021 è proseguita l’attività di accertamento della regolarità dichiarativa e contributiva degli iscritti. Tale attività ha dato luogo alla formazione del ruolo di competenza 2021, che ha riguardato recuperi contri- butivi per oltre 35.000 professionisti, per un totale di circa 156 milioni di euro. Non si può non rilevare come l’attività di riscossione a mezzo ruolo, anche nel corso del 2021, sia stata enormemente rallentata da una serie di provvedimenti emergenziali, adottati dal Governo e dal Parlamento, a sostegno dell’economia e delle fasce di popolazione ritenute più deboli.

Entrando nello specifico della gestione dei versamenti, il Decreto Legge n. 146/2021, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 252 del 21 ottobre 2021, recante “Misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili” è intervenuto sui termini di pagamento delle cartelle notificate dal 1 settembre al 31 dicembre 2021, cartelle notificate dopo la fine della sospensione dell’attività di riscossione prevista per il 31 agosto 2021: per le notifiche intervenute in questo lasso di tempo i termini di pagamento riconosciuti regolari saranno di 180 gg in luogo dei soliti 60 gg previsti. Pertanto per tali cartelle la previsione di incasso è da considerarsi procrastinata all’anno 2022.

Lo stesso decreto è intervenuto anche sui termini di decadenza per le rateizzazioni, concesse dagli agenti della riscossione, già in essere: per quelle già concesse alla data dell’8 marzo 2020 il numero di rate non pagate che determinano la relativa decadenza passano da n.10 a n. 18 mentre, per quelle concesse dopo l’8 marzo 2020 fino a tutto il 31 dicembre 2021, decadono con il mancato pagamento di n. 10 rate. Nonostante quanto appena esposto, nell’anno 2021, la Cassa ha ricevuto versamenti per incassi da ruolo per circa 30 milioni di euro. Per arrivare ad una disamina più accurata dei crediti da ruolo presenti nel bilancio di Cassa Forense, vanno enunciati alcuni aspetti che giustificano gli stessi (proroghe sui discarichi per inesigibilità) o che possono determinarne delle variazioni (ulteriori provvedimenti normativi già disposti). Sul fronte discarichi per inesigibilità c’è da dire che le varie agenzie della riscossione che si sono succedute nel tempo hanno beneficiato di innumerevoli proroghe che hanno determinato, ancora oggi, una situazione di assenza totale delle comunicazioni delle insolvenze delle quali richiedere il citato discarico. Relativamente a questo fenomeno possiamo riassumere:

• la Legge di conversione n. 136/2018 del decreto fiscale sulla rottamazione ter ha ulteriormente fatto slittare il termine per la presentazione delle comunicazioni di inesigibilità e, quindi, entro il 31/12/2026 verranno presentate le comunicazioni di inesigibilità da parte delle Concessionarie, relative ai ruoli 2016 e 2017 mentre per quelli consegnati fino al 31 dicembre 2015, per singole annualità di consegna partendo dalla più recente, le comunicazioni di inesigibilità slittano a partire dal 31 dicembre successivo al 2026. Questo significa che per avere le comunicazioni di inesigibilità del ruolo 2000, escludendo ulteriori proroghe, si dovrà attendere l’anno 2042;

• il Decreto Sostegni n. 27/2020 ha previsto che, le comunicazioni di inesigibilità, relative alle quote affidate agli agenti della riscossione negli anni 2018, 2019, 2020 vengano presentate, rispettivamente, entro il 31/12/2023, 31/12/2024, 31/12/2025;

• il Decreto Legge n. 41/2021 ha, sempre per analogia con quanto sopra, posticipato il termine per la presentazione delle comunicazioni di inesigibilità del ruolo 2021 al 31.12.2026;

• per i discarichi delle quote rottamate a seguito della definizione agevolata si dovrà attendere la fine dell’anno 2024, ovvero la conclusione dei relativi versamenti rateali.

Tra gli ulteriori provvedimenti emessi vanno ricordati l’art. 4 del D.L. 119/2018 e l’art. 4 del D.L. 41/2021. Per entrambi i dettati normativi si parla di “stralcio” di quote insolute relative a quote di credito iscritte nei ruoli dal 2000 al 2010 compresi e, rispettivamente:

- inferiori ai 1.000 euro alla data del 24.10.2018 (il cui eventuale impatto per la Cassa ammonterebbe ad oltre 18 milioni di euro);

- inferiori ai 5.000 euro alla data del 23.03.2021 (il cui eventuale impatto per la Cassa ammonterebbe a circa 50 milioni di euro).

Per questa seconda tipologia sono stati considerati stralciabili gli importi riconducibili a persone fisiche che hanno prodotto, per l’anno 2019, un reddito imponibile inferiore ai 30 mila euro.

L’Agenzia delle Entrate – Riscossione S.p.A. ha reso esecutivo al 31.12.2019 lo stralcio delle quote di cui all’art. 4 del D.L. 119/2018 mentre procederà, in corso di questo anno, all’esecuzione di quelle di cui all’art. 4 del D.L. 41/2021.

La Cassa, ritenendo tale norma non applicabile alla contribuzione delle Casse di previdenza private, ha intrapreso un giudizio subito dopo l’emana- zione dell’art. 4 del D.L. 119/2018 che, per analogia, avrà ripercussioni anche sulla norma similare emanata successivamente. Il giudizio è tuttora in corso. Fatte queste doverose premesse di inquadramento legislativo, va precisato che i residui a ruolo non ancora riscossi dalle Concessionarie per il periodo 2000/2021 ammontano a circa 907 milioni di euro di cui circa 257 milioni relativi ai ruoli 2020 e 2021, praticamente non ancora posti in riscossione.

I residui non riscossi relativi al periodo 1986/1999, già interamente in contenzioso, ammontano invece a circa 14,5 milioni di euro. In ordine al tema della riscossione va evidenziata una fondamentale attività, svolta dalla Cassa, di interruzione dei termini prescrizionali per le somme iscritte a ruolo, frutto di un progetto speciale deliberato alcuni anni fa dal Consiglio di Amministrazione dell’Ente. Cassa Forense, cioè, non si limita a delegare la riscossione dei suoi crediti (una volta accertati in via definitiva e previo contraddittorio con l’iscritto) alle Concessionarie per la riscossione ma, periodicamente e indipendentemente dalle attività poste in essere dalle Concessionarie stesse (spesso carenti), invia propri solleciti di pagamento, a mezzo PEC o raccomandata A/R, agli iscritti che risultino avere carichi a ruolo non pagati, con specifica valenza interruttiva della prescrizione decennale, applicabile alla Cassa.

Ciò, ha consentito, nel tempo, di evitare il maturare di numerosi casi di prescrizione per inerzia delle Concessionarie. L’ultima attività in questo senso, posta in essere nel corso del 2021 (nonostante la pandemia) ha riguardato le somme iscritte nei ruoli dal 2007 al 2010 e non ancora versate sulla base delle rendicontazioni conosciute dall’Ente (circa 13.600 comunicazioni inviate tramite PEC o raccomandata A/R). Si evidenzia che, per gli anni in esame, ai fini dell’interruzione dei termini prescrizionali, erano state già inviate precedenti comunicazioni, tramite raccomandata AR.

In ogni caso va segnalato che, prudentemente, tutti i crediti iscritti in bilancio ed, in particolare, i “crediti verso le concessionarie immobilizzati” sono stati attenzionati al fine di appostare un fondo svalutazione crediti congruo che tenga conto di tutti i fenomeni inerenti la stima della presumibile esigibilità, in funzione anche della temporalità degli incassi.

Per concludere l’ampio capitolo sul recupero crediti, meritano una sottolineatura particolare i due progetti di recupero avviati, dapprima con riferimento ai pensionati di vecchiaia, per posizioni debitorie maturate dopo il pensionamento e, successivamente, (ottobre 2021) nei confronti degli iscritti con inadempimenti contributivi relativi al periodo 2016/2019, che non erano ancora stati contestati dalla Cassa.

Con riferimento al primo progetto, le attività di contestazione e accertamento nei confronti dei soggetti già pensionati hanno portato all’iscrizione a ruolo di tutte le somme dovute per importi sotto i 25.000 euro men- tre per 149 professionisti con debiti superiori a 25.000 euro si è proceduto con la trasmissione all’Ufficio Legale della certificazione del credito al fine di consentire l’avvio delle procedure monitorie.

In alcuni casi, prima dell’avvio dell’azione monitoria, i professionisti han- no regolarizzato la propria posizione debitoria oppure sono state accolte le istanze di rateazione del dovuto, previo versamento di un acconto di almeno il 10%. Lo sforzo di riportare a regime la situazione degli accertamenti contributivi, nonostante i vincoli legati all’attuale legislazione e normativa regolamentare, ha indotto il Consiglio di Amministrazione a varare un progetto biennale di contestazione e recupero crediti nei confronti di iscritti non pensionati, che presenta aspetti estremamente positivi sotto il profilo costi/benefici.

L’operazione di messa in mora e recupero riguarda il periodo 2015/2018 (Mod. 5/2019) e coinvolge circa 100.000 professionisti, per importi complessivi di circa 470 milioni di euro.

Va sottolineato, infine, che una sezione specifica del progetto è dedicata ai c.d. “grandi evasori” (con importi dovuti superiori ai 50.000 euro) per i quali è previsto il recupero mediante decreto ingiuntivo.

Merita di essere menzionato anche un ultimo, importante, progetto speciale avviato dal Consiglio di Amministrazione nel novembre 2020 e reso operativo nel 2021, in relazione al fenomeno dell’evasione all’obbligo di invio del Mod. 5 annuale.

Il progetto, focalizzato sul periodo 2013/2019, si arti- cola su due direttrici principali:

• La prima riguarda coloro che sono stati già segnalati ai rispettivi Consigli degli Ordini (circa 16.800) per l’avvio dei procedimenti disciplinari e si articola su una attività di periodici solleciti circa lo stato dei procedimenti con reda- zione di report semestrali al Consiglio di Amministrazione.

• La seconda riguarda coloro per cui non è stato possibile segnalare il nominativo al Consiglio dell’Ordine perché irreperibili alla lettera di diffida inviata dalla Cassa (circa 1.400). In questi casi di conclamata “invisibilità” l’Ufficio sta procedendo a controlli incrociati con l’Anagrafe Tributaria, acquisendo direttamente gli eventuali redditi mancanti.

A fine 2021 tali controlli specifici sono stati circa 900 e hanno determinato accertamenti contributivi per circa 10 milioni di euro. La grave situazione di crisi sanitaria ed economica che ha investito il nostro Paese ha richiesto, da parte di Cassa Forense, anche per il 2021, uno sforzo economico e organizzativo imponente per mettere in campo una serie di iniziative di sostegno alla professione.

Ciò è avvenuto sia con risorse proprie, utilizzando tutti i fondi disponibili per l’Assistenza, sia mediante interventi di sostegno da parte dello Stato (esonero parziale dei contributi 2021) di cui si è già parlato in precedenza, per il dettaglio delle varie forme di assistenza erogata si rimanda al bilancio consuntivo 2021 pubblicato sul sito della cassa.

La lunga disaminata incentrata sull’analisi del core-bu- ììsiness istituzionale non deve tuttavia indurre in inganno lasciando presupporre un risultato non in linea con le aspettative poichè il 2021, come anticipato, ha registrato il miglior avanzo di esercizio di sempre.

La premessa voleva porre l’attenzione sul fatto che il buon andamento attuale non deve far dimenticare la sostenibilità di lungo periodo che è fondamentale per un Ente di previdenza, posto che l’Ente, come di segui- to dimostrato, gode di buona salute. L’attenzione del Comitato è tale che le garanzie che l’Ente fornisce agli iscritti/pensionati attuali sia in termini previdenziali che assistenziali siano garantite anche alle giovani generazioni che si iscrivono oggi e che andranno in pensione con almeno 35 anni di contributi versati.

Il 2021 si è chiuso con un avanzo di esercizio di 1,385 miliardi di euro e con un patrimonio netto contabile di oltre 15 miliardi di euro.

La solidità attuale dell’Ente può essere sintetizzata attraverso 4 indicatori che attestano lo stato di salute positivo:

che si rafforza ulteriormente se si considera anche il valore del Funding ratio passato da 36,2 a 37,0 secondo l’elaborazione del nuovo Attuario Esterno.

Il patrimonio finanziario al 31 dicembre 2021 risulta cosi composto:

La tabella che segue confronta l’asset allocation della Cassa al 31.12.2021 con quella al 31.12.2020 per dare una sintesi del riposizionamento del patrimonio:

Durante l’anno infatti, a fronte di un incremento del patrimonio di circa 1,16 miliardi di euro, si è assistiti ad un riposizionamento delle varie asset class: a fronte di una riduzione della liquidità del -2,52% è aumentato il peso della componente obbligazionaria e degli alternativi illiquidi, mentre si sono ridotti il peso dell’immobiliare e degli alternativi liquidi.

La performance finanziaria ottenuta nel 2021 è stata positiva, con un rendimento finanziario sull’anno del +6,63%, superiore alla performance ottenuta dal portafoglio benchmark definito dall’Asset Allocation Strategica, pari al +6,19%.

Dall’analisi di “performance contribution” si evince come gran parte della performance 2021 sia imputabile alle asset class azionarie.

A livello di “performance attribution” il principale contributo positivo deriva dall’allocazione degli investimenti sulla componente azionaria, in virtù del trend rialzista che ha caratterizzato l’andamento dei mercati azionari globali (+60 bps). Premiante anche la selezione mercati/titoli del comparto obbligazionario (+45 bps).

Benchè il rendimento “contabile” e quello “finanziario” siano grandezze eterogenee non riconciliabili tra loro, risultano entrambi superiori al 6%:

Nonostante sia decaduto dal 2020 l’obbligo di adempiere alla spending review, la politica di contenimento e di riallocazione delle risorse per una maggiore qualità ed efficienza della spesa è continuata anche nel 2021 essendo una policy aziendale quella di contenere i costi senza compromettere il funzionamento dell’Ente.

I costi di struttura sono stati di 32,2 milioni di euro contro i 30,0 milioni di euro dell’anno precedente; lo scostamento è ascrivibile principalmente al rinnovo del CCNL e alla ripresa delle attività in sede.

Il bilancio consuntivo 2021, pur sottolineando il buono stato di salute dell’Ente, non attenua l’impegno del Top Management che rimane concentrato sulla definizione e realizzazione di obiettivi, misurabili, attuabili, rilevanti e tempificati per traghettare l’Ente verso il processo di cambiamento che l’evoluzione della professione e dei suoi Iscritti impone, sperando di confermare anche per il prossimo futuro gli ottimi risultati registrati.


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