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Il “testo unico” della previdenza forense

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di Nunzio Luciano

Più moltiplicherete le leggi, più le renderete detestabili”. (Jean-Jacques Rousseau)

Per Rousseau, il contratto sociale e le leggi che lo disciplinano sono espressione della volontà generale, che “ristabilisce nel diritto l’eguaglianza naturale tra gli uomini” e garantisce la libertà di ciascuno: i limiti che la legge impone alla libertà dei cittadini trovano la loro ragion d’essere nella finalità della pacifica convivenza sociale. Questo concetto di limite “necessario” è ripreso dalla Corte Costituzionale, che a far tempo dalla sentenza n. 1 dell’anno 1956 afferma che il concetto di limite è insito nel concetto stesso di di-ritto e per questo nell’ambito dell’ordinamento le varie sfere giuridiche devono sottostare di necessità ad una reciproca limitazione ai fini di un’armonica e ordinata coesistenza civile.

Se dunque, da un lato, è necessario che vi siano del-le leggi, dall’altro occorre che tali leggi siano chiare e precise e … il minor numero possibile! Il tema della buona scrittura delle leggi è da tempo all’attenzione del Legislatore. È stato osservato che vi è una significativa connessione tra buona scrittura delle leggi e principio di legalità, inteso non come astratta garanzia del cittadino attraverso la legge, ma come effettiva sussistenza dei presupposti (anche linguistici) che consentano al destinatario della legge di conoscere e prevedere le conseguenze dei propri comportamenti. In definitiva, avere cura della buona scrittura delle leggi significa – prima ancora che adottare regole sintattiche e procedure di selezione semantico-lessicale – seguire un percorso di civiltà.

Nella finalità di semplificare la conoscenza e l’applicazione della disciplina previdenziale, Cassa Forense ha portato a compimento l’impegnativo progetto di raccolta e semplificazione della propria normativa regolamentare, dando vita al Regolamento Unico della Previdenza Forense. Approvato dal Comitato dei delegati il 21 febbraio 2020 e dal Ministero del Lavoro il 21 luglio 2020, il Regolamento Unico entrerà in vigore, dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, a decorrere dal 1 gennaio 2021. Si tratta di un vero e proprio testo unico della previdenza forense: si compone di 88 articoli che riportano la disciplina contenuta nei 10 regolamenti preesistenti, i quali vengono abrogati dal nuovo testo normativo. Il Regolamento Unico armonizza le norme previgenti e risulta di agevole consultazione, semplificando la ricerca della disciplina degli istituti: si inizia con l’iscrizione, la retrodatazione, la cancellazione e la sospensione.

Poi troviamo le norme su modello 5, contributi, istituti particolari, riscatto, ricongiunzione e totalizzazione. Al centro della raccolta, le norme sulle prestazioni previdenziali. Infine le previsioni su sanzioni, disciplina speciale e norme finali. Il Regolamento Unico nasce dal lungo e impegnativo lavoro svolto dal-la apposita Commissione di Studio, che ha curato la stesura del testo, dal Consiglio di Amministrazione e dal Comitato dei Delegati. Che ringrazio tutti, per il prezioso contributo dato al risultato finale. Dopo il Regolamento Unico, Cassa Forense si è proposta un nuovo importante obiettivo: la revisione del sistema previdenziale forense. Allo studio ci sono possibili soluzioni e modifiche normative che tengano conto delle mutate condizioni socio-economiche dell’avvocatura, che hanno inciso e incideranno sulla nostra categoria professionale, anche a seguito delle difficoltà causate dal periodo di emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Un obiettivo complesso, quello di modificare il sistema previdenziale forense mantenendone invariato l’equilibrio finanziario e i valori di solidarietà che lo fondano.

Siamo già al lavoro per realizzare la riforma, attenti all’ascolto delle richieste che ci giungono dai vari settori dell’Avvocatura: con la mano tesa per aiutare gli avvocati di oggi e lo sguardo al futuro, per salvaguardare gli iscritti di domani. Con tutto il nostro impegno e con passione, come sempre.


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