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Berna, 15 aprile 1834: Giuseppe Mazzini e altri 16 profughi politici italiani, tedeschi e polacchi fondano la Giovine Europa.
Nell’ideale di Mazzini, da molti considerato il padre spirituale del patriottismo democratico, la sovranità nazionale e popolare può realizzarsi solo in un ordine internazionale “repubblicano”, fondato sui valori di Giustizia e Libertà 1 . Purtroppo ancora oggi, nell’anno 2023, sono molte le guerre e i conflitti sanguinosi nel mondo 2 .
Come aveva intuito Mazzini, perché possa esservi un duraturo e stabile equilibrio sovranazionale tra le esigenze geopolitiche e le tradizioni storiche dei paesi, occorre un assetto istituzionale internazionale che preservi il patriottismo dalla degenerazione in sciovinismo.
L’ideale di pace tra nazioni che infiammava l’animo mazziniano rivive nel patto di “fratellanza” che lega i Paesi membri dell’Unione europea. Leggiamo nel preambolo del Trattato di Nizza: “I popoli d’Europa, nel creare tra loro un’unione sempre più stretta, hanno deciso di condividere un futuro di pace fondato su valori comuni. Consapevole del suo patrimonio spirituale e morale, l’Unione si fonda sui valori indivisibili e universali della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà; essa si basa sul principio della democrazia e sul principio dello Stato di diritto. Pone la persona al centro della sua azione istituendo la cittadinanza dell’Unione e creando uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia.”
Per attuare concretamente la condivisione dei valori comuni i paesi membri hanno dovuto compiere una grande opera di armonizzazione dei sistemi giuridici nazionali con i principi costituzionali europei. Il diritto comunitario e il sistema di integrazione tra le fonti Ue e nazionali è definito dagli studiosi un “unicum”, che si fonda sulla volontà e l’impegno degli Stati di preservare e coltivare i principi costituzionali comuni 3 .
A presidio del patrimonio dei valori costituzionali eu-ropei, è stata istituita la Commissione Europea per la Democrazia attraverso il Diritto.
Organo consultivo del Consiglio d’Europa, nasce nel maggio 1990 come accordo parziale tra gli allora 18 Stati membri, poi allargato nel febbraio 2002 con la possibilità di accogliere anche Paesi non europei. Il giurista italiano Antonio La Pergola è stato il fondatore e primo presidente della Commissione, composta da esperti indipendenti di fama internazionale per la loro attività nelle istituzioni democratiche o per il loro contributo allo sviluppo del diritto e della scienza politica. I membri durano in carica quattro anni, sono designati dagli Stati ma agiscono in piena autonomia e indipendenza da essi. Attuale Presidente della Commissione è C. Bazy Malaurie (Francia) e i componenti che rappresentano l’Italia sono Marta Cartabia e Cesare Pinelli.
È nota anche come Commissione di Venezia, dal nome della città in cui si riunisce per le riunioni plenarie, quattro volte all’anno. Il segretariato della Commissione è invece a Strasburgo, presso il Consiglio d’Europa. Gianni Buquicchio, Presidente Emerito e Rappresentante speciale della Commissione racconta che la sede di Venezia fu scelta perché, per convincere gli Stati che si opponevano all’iniziativa italiana di creare questo organo, l’ambasciatore italiano dell’epoca a Strasburgo consigliò al presidente La Pergola di fare una riunione a livello ministeriale in una bella città italiana come Firenze, alla quale avrebbero partecipato i ministri suoi colleghi e lui avrebbe potuto convincerli a far passare questa iniziativa. La Pergola, all’epoca Ministro delle politiche comunitarie, si recò dall’allora Ministro degli esteri, De Michelis, proponendo di fare la riunione ministeriale a Firenze ma De Michelis, veneziano, preferì farla a Venezia 4 .
La Commissione, basandosi sui tre principi fondamentali di democrazia, diritti umani e stato di diritto, identifica ed elabora standard di soft law sulla scia della giurisprudenza della Corte Edu e sulla base del diritto costituzionale comparato degli Stati membri, europei ed extraeuropei 5 . Fornisce pareri legali ai paesi affinché i loro ordinamenti siano conformi ai valori costituzionali comuni, contribuendo anche alla gestione e prevenzione dei conflitti 6 e coopera con i Difensori civici attraverso i pareri amicus ombud, riguardanti principalmente la legislazione che disciplina il loro lavoro 7 .
I Difensori civici sono autorità di garanzia presenti, anche con altro nome, in tutti i Paesi europei e in molti altri Paesi del mondo. Nel linguaggio internazionale sono chiamati anche Ombudsman (paesi anglosasso- ni e scandinavi), Médiateur (paesi francofoni), Sindic de Greuges (Spagna – Catalogna), Defensor del Pueblo (paesi di lingua spagnola – castigliana), Provedor de Justiça (Portogallo). Sono definiti autorità amministrative indipendente sui generis, con ampie prerogative di autonomia e indipendenza rispetto ai vertici politici, con peculiarità che li diversificano dalle Autorità amministrative indipendenti propriamente dette e con funzioni “paragiurisdizionali” a tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini 8 .
La commissione di Venezia pubblica un Bollettino quadrimestrale, in formato elettronico (e-Bulletin), nel quale sono riportate le pronunce di rilievo europeo delle corti costituzionali, ivi comprese quelle della Corte europea dei diritti umani e della Corte di Giustizia dell’Unione europea.
La Commissione di Venezia ha dato un importante contributo nella preparazione delle costituzioni delle nuove democrazie dell’Europa centrale e orientale, aiutando molti Paesi per soddisfare i requisiti di adesione al Consiglio d’Europa e all’Unione Europea.
È stato sottolineato che, grazie al suo formato ed alle sue modalità di azione, la Commissione è in grado di rafforzare la vocazione e le strutture democratiche in alcune aree di grande interesse per il Consiglio d’Europa, quali quella balcanica e mediterranea 9 .
La condivisione dei valori costituzionali è certamente un traguardo importantissimo da raggiungere per otte- nere pace e libertà, ma, affinché esse permangano, non meno importante è far vivere e rispettare quei valori, come ci insegna uno dei più convinti e appassionati costituzionalisti del nostro Paese, Piero Calamandrei: “La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci den- tro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità” 10 .
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